Diteggiature della Scala pentatonica
Le scale pentatoniche sono molto comuni in quasi tutte le culture musicali, a partire da numerosi tipi di musica folk (ad esempio la musica celtica, il folk ungherese, il folk albanese, il gamelan indonesiano o i canti huayno andini) fino alla musica africana occidentale ed i suoi derivati di stampo afro-americano come lo spiritual, il jazz, il blues e, soprattutto, il rock. Anche nella musica classica la scala pentatonica è stata ampiamente utilizzata, ad esempio in numerose composizioni di Claude Debussy.
La scala pentatonica è una scala formata da cinque note estrapolate dalla relativa scala maggiore, quindi non è altro che una scala maggiore mancante di due note, per l’esattezza, le note eliminate sono il IV° e il VII° grado. Le scale pentatoniche note nel sistema musicale temperato occidentale sono tutte anemitoniche, ovvero prive di intervalli di semitono, e dato che sono scale composte solo da cinque gradi (in particolare non è possibile identificare i due gradi che tipicamente danno alle scala diatonica maggiore una spinta alla risoluzione verso gradi vicini, cioè il quarto ed il settimo grado) non hanno la tendenza a risolvere verso la tonica o la dominante.
Per maggiore chiarezza di seguito viene fatto un esempio in tonalità “C”:
scala maggiore:
C – D – E – F – G – A – B – C
scala pentatonica:
C – D – E – / – G – A – / – C
C – D – E – G – A – C
Dall’esempio sopra riportato possiamo vedere che il “F” ed il “B”, per l’appunto IV° e VII° grado della scala maggiore di “C”, sono stati eliminati per formare la scala pentatonica di “C”.
Ogni scala pentatonica, fa scaturire 5 diverse scale (diversità intesa come posizione sulla tastiera della chitarra poiché ogni scala pentatonica potrà partire da una delle cinque note facente parte della scala stessa), chiamati MODI e ordinati numericamente come segue:
1) I° MODO = C – D – E – G – A – C
2) II° MODO = D – E – G – A – C – D
3) III° MODO = E – G – A – C – D – E
4) IV° MODO = G – A – C – D – E – G
5) V° MODO = A – C – D – E – G – A
Scale pentatoniche diteggiature (ES. in tonalità “G”):
Legenda:
1 = indice
2 = medio
3 = anulare
4 = mignolo
– numeri romani = indicano i tasti della tastiera
– numeri cerchiati = indicano la tonica
Pentatoniche “maggiori” e “minori”
Le pentatoniche classiche sono dunque caratterizzate non solo dalla loro mancanza di intervalli di semitono, ma anche dal fatto che ciascuna delle cinque note può essere nota finale (e tonica). Dunque è improprio distinguere fra una scala pentatonica maggiore e minore, ma è comunque evidente «come nella scala pentatonica siano contenuti i due modelli tonali» maggiore e minore.
Il modo classico di costruire una pentatonica è quello di prendere cinque note consecutive dal circolo delle quinte: ad esempio Do, Sol, Re, La e Mi, che riordinate formano una pentatonica di Do. Sulla base di queste cinque note si possono distinguere varie scale pentatoniche anemitoniche, le quali si formano semplicemente spostando i due intervalli di terza minore che le caratterizzano (mai consecutivi): la pentatonica “maggiore” è quella con una terza maggiore tra i primi tre suoni, ed è in pratica basata su una scala diatonica maggiore senza il quarto ed il settimo grado:
Se trasponiamo la scala pentatonica di Do in Sol♭ otteniamo Sol♭, La♭, Si♭, Re♭ e Mi♭, che sono i cinque tasti neri del pianoforte:
Vengono poi chiamate “minori” le pentatoniche costruite su una scala minore naturale priva del secondo e del sesto grado. Di fatto le note che si ottengono sono le medesime della pentatonica “maggiore” costruita sulla relativa scala diatonica maggiore: ad esempio la pentatonica “minore” di La ha le stesse note di una pentatonica “maggiore” di Do, semplicemente suonata a partire dal La, e presenta un intervallo di terza minore in partenza:
Si noti che, aggiungendo una nota a questa scala il quarto grado aumentato, che è poi la blue note si ottiene la scala blues (composta da sei note, ad esempio: La, Do, Re, Re♯, Mi, Sol).
I modi
La scala pentatonica maggiore è una scala di cinque note che non contiene intervalli di semitoni, caratteristica che gli conferisce una certa “durezza” melodica. Contiene gli stessi gradi della scala diatonica maggiore escluso il quarto ed il sesto. Questa scala è utilizzata in molti generi musicali, in particolar modo nel rock e nel blues. Caratteristica tipica del blues (ma spesso anche del rock) è la sovrapposizione della scala pentatonica minore su un brano in tonalità maggiore. Si usa ad esempio la scala pentatonica di Mi minore in un blues in Mi maggiore.
Seguono ora gli schemi di tutti i modi derivati dalla scala pentatonica maggiore.

Le prime cinque diteggiature sono state ricavate in progressione con lo stesso procedimento utilizzato per la scala maggiore. La quinta diteggiatura è indubbiamente quella più utilizzata. È una scala molto semplice e si presta molto bene all’utilizzo del bending (corde tirate). Le altre diteggiature sono utilizzate meno, in genere si ricavano da esse delle sezioni più ridotte e più semplici.

Diteggiature molto utilizzate sono quelle che seguono. Esse uniscono le sezioni più semplici delle diteggiature di cui sopra in insiemi molto più estesi. Le note senza bordo della diteggiatura 6 sono quelle della diteggiatura 7 e viceversa. Le ho riportate per evidenziare il fatto che sono adiacenti. Una volta memorizzate è possibile passare da una all’altra con una estensione totale di 15 tasti.

Questi ultimi esempi sono ricavati da http://www.jazzitalia.net/lezioni/paologuiducci/pguid_42_scalapentatonicamaggiore.asp#.WEw0ln3z8w4
Categorie:S10.01- Chitarra- Guitar
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