Power chord
Per poter impostare correttamente il discorso sulle armonie chitarristiche è necessario fare una premess fondamentale: esistono tante armonie quanti sono i tipi di chitarra. Certo, esiste una base comune, ma spesso un determinato accordo che suona bene su una chitarra acustica non suona altrettanto bene su una chitarra elettrica.
Power chord
Un tipo accordo per chitarra elettrica è il power chord o powerchord (in inglese, letteralmente, “accordo potente”). Si tratta di un bicordo, ovvero un intervallo musicale composto da due suoni, che vengono generalmente eseguiti simultaneamente: la nota fondamentale (I grado, ovvero la nota che dà il nome al power chord) e la nota che dista ad un intervallo di V giusta (5º grado relativo). Talvolta, per rendere il suono più armonioso e corposo, viene aggiunto un altro suono di fondamentale ma eseguito ad un intervallo di VIII giusta, dunque raddoppiando, ad un’ottava superiore o inferiore, rispetto a quella in cui si trova la fondamentale.
Viene anche chiamato accordo di quinta, per via dell’intervallo di quinta giusta che si forma quando viene suonato allo stato fondamentale. Un esempio: il power chord MI5, dove MI è la fondamentale, è composto da MI e da SI poiché SI, partendo dalla fondamentale, si trova al relativo quinto intervallo.
Caratteristica del power chord è di essere composto solo da intervalli giusti (quarte, quinte ed ottave), ed è quindi privo di intervalli maggiori e minori (che sono invece presenti negli accordi veri e propri, cioè tricordi formati, in stato fondamentale, da: fondamentale, intervallo di terza e di quinta). Tale caratteristica rievoca, per certi versi, le armonie usate nell’antica musica polifonica (prime forme di contrappunto, organum). Ma le radici dei power chord sono antichissime: risalgono alle coppie di trombe mono-nota in uso ai tempi dell’Antica Roma.
Proprio per gli intervalli che lo caratterizzano (ed in particolare per l’assenza di terze e seste) non esistono power chord maggiori o minori[1]. Tuttavia il power chord può riferirsi ad un contesto armonico maggiore o minore, in riferimento all’armonia e alle armonizzazioni in cui è inserito.
Per la sua potenza, e la sua semplicità d’uso, è largamente utilizzato nell’Heavy metal e nel Punk rock, generi che richiedono alla chitarra una presenza predominante.
Sembra che il primo musicista ad utilizzarlo con la chitarra sia stato Link Wray nel 1958[2].

Gli accordi col distorsore
Nel sito http://www.trainguitar.com/ACCORDI/bicordi.shtml è ben spiegato l’uso del powe chord col distorsore. Nell’esecuzione degli accordi con l’utilizzo del distorsore, la sonorità risulta confusa poichè gli armonici vengono esaltati dall’overdrive. Utilizzando invece i BICORDI (o POWER CHORDS) si ha una maggiore potenza e pulizia degli accordi filtrati dal distorsore. Il bicordo basilare è composto dalla Tonica (I° grado dell’accordo) e dalla Quinta (V° grado); mancando la Terza (III° grado), l’accordo non ha modo; quindi né Maggiore, né Minore. La Tonica può essere raddoppiata all’ottava superiore,dando così una sonorità più brillante all’accordo. Il I° e V° grado dell’accordo sono in effetti le uniche due note presenti in ogni accordo (sia esso Maggiore, Minore, di Settima, di Nona, di Undicesima, di Tredicesima), ad eccezione degli accordi con la Quinta alterata (bemolle o aumentata); questo da un indubbio vantaggio ai power chords in quanto possono essere utilizzati indistintamente sulla quasi totalità degli accordi senza dovere tener conto delle restanti note che lo compongono. Se consideriamo il power chord composto da tre note (I-V-I all’ottava), e non il puro bicordo (I-V), esistono QUATTRO tipi di power chord (ogni power chord utilizza un gruppo di tre corde ed essendo sei le corde a disposizione, non restano che quattro possibilità). Convenzionalmente il power chord viene rappresentato con la sigla identificante l’accordo ed il numero 5; ossia A5, B5, C5, ecc. Viene anche chiamato accordo di Quinta, per via dell’intervallo di Quinta Giusta che si forma quando viene suonato allo stato fondamentale.Strutturalmente ricicla la diteggiatura degli accordi Maggiori costruiti rispettivamente con la Tonica sulla 6°-5°-4°-3° corda.




Stop
Nell’esecuzione (con il distorsore) porre particolare attenzione a non suonare corde adiacenti non facenti parte del power chord ed eseguire la pennata con soli downstroke. Eseguire power chord senza l’ausilio del distorsore e di adeguato sustain ne fa perdere l’efficacia e la potenza.
Gli esempi sono tratti da http://www.trainguitar.com/ACCORDI/bicordi.shtml
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