Segnalazione
La musica medievale e l’arte della memoria
di A.M. Busse Berger
Fogli volanti edizioni, Subiaco 2010
Biblioteca musicale – Saggi 2 2008 – € 35,00
formato: 15×23 cm, brossura pagine: 336 ISBN 9788895482019
Traduzione e cura di C. Vivarelli Vincitore dei premi Wallace Berry Award (Society for Music Theory) e Ascap-Deems Taylor Award
Fogli volanti edizioni, Subiaco 2010
Gli studiosi hanno creduto per lungo tempo che la musica medievale fosse tutta composta e trasmessa in forma scritta semplicemente perché dal XII secolo buona parte della produzione polifonica fu fissata sulla pergamena. La musica medievale e l’arte della memoria, invece, dimostra con chiarezza che, anche se un brano fu messo per iscritto, non necessariamente fu concepito e tramandato attraverso la scrittura. Il nuovo modello proposto dalla Busse Berger esalta infatti l’interazione fra scrittura e oralità nella composizione e nella trasmissione, approfondendo e arricchendo l’odierna concezione della musica medievale, e aprendo altresì la strada a nuove interpretazioni.
Recensione di Massimo Rolando Zegna apparsa nel mensile “Amadeus”
Un rimarchevole saggio indaga su rapporti e influenze tra mnemotecniche, arte della memoria e musica medievale
L’immagine stilizzata di un leone associata alle sei consonanze, raffigurazioni di mani sapientemente sezionate in falangi “musicali”, l’idea grafica di un corpo umano con tre ciocche di capelli articolato in successioni intervallari, arbusti che si diramano seguendo la scansione di precisi spazi di tempo: questo è il “fantastico” apparato iconografico medievale che arricchisce lo splendido saggio di Anna Maria Busse Berger – docente di musica presso l’Università della California, Davis – ora tradotto in italiano e pubblicato da Fogli Volanti Edizioni: La musica medievale e l’arte della memoria.
In sintesi, lo studio propone di abbandonare l’immagine semplicistica di una cultura musicale scritta che, in età medievale, si contrappone a quella orale e viene poi rapidamente a sostituirla, a favore di una più articolata in cui oralità e scrittura interagiscono in molte forme, a volte inaspettate, incrementando reciprocamente la loro efficacia. S’interroga non solo sul ruolo dell’arte della memoria e delle mnemotecniche nell’istruzione e nell’esecuzione musicale, ma anche sul modo in cui intervenivano dapprima nella progressiva costruzione di un personale archivio mentale del musicista, in seguito sul metodo del comporre a mente, sui caratteri dell’opera e sulla trasmissione della musica. Emerge così un atto del comporre che non era un atto dello scrivere, bensì un continuo ascoltare e dialogare con una folla di voci che provenivano da diversi luoghi della memoria.
L’originalità dell’impianto di ricerca del volume non solo testimonia la preparazione “tradizionale” e assieme l’immaginazione speculativa del profilo di studiosa della Busse Berger, ma anche rispecchia in una certa misura quello che doveva essere il modo di pensare e operare dei musicisti medievali: macina infatti dati eruditi, procedendo implacabile secondo un sistema scientifico razionale e inflessibile, eppure fantasioso nella sua capacità di sapersi riferire ad abbaglianti ed evocative visioni: le stesse che abitavano le menti degli uomini e degli artisti del tempo, e che ritroviamo nelle raffigurazioni impresse nei capitelli dei chiostri e nelle preziose miniature del tempo.
Lo studio – complesso, propositivo e ricco nella sua interdisciplinarietà – si presenta come una sfida alla visione tradizionale della musica medievale, come un tentativo di penetrare nei meccanismi mentali dell’uomo musicista medievale per svelarne alcuni segreti, fondamentali per comprendere appieno le sue opere.”
Massimo Rolando Zegna
Amadeus, Dicembre 2008
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